
Sono le ore 9.00 di un lunedì come tutti gli altri ma oggi a scandire l’inizio della settimana è il corso KC di Comunicazione efficace. Intrepida, alle 8.45 sono già presso la sede formativa, preparo l’aula per la mia lezione; il pc, il proiettore ed il registro, decido, al fine di lasciare più spazio possibile al mio rituale di accoglienza, di predisporre già il materiale destinato ai miei corsisti in quelle che a breve diventeranno le loro postazioni.
Attendo…
Eccoli arrivare…..titubanti, spaesati, timidi, sorridenti, gentili, contenti, preoccupati, sconcertati.. poco alla volta l’aula si affolla di una moltitudine di universi esistenziali diversificati per genere, età, cultura, lingua, storie di vita, emozioni, desideri, esperienze professionali e progetti futuri, universi accomunati da una sola unica condizione: il loro contingente essere senza lavoro.
Entusiasta, mi presento sinteticamente per poi finalmente rivolgere tutta la mia attenzione a loro; i protagonisti della formazione: perché siete qui? Quanti di voi hanno scelto questo percorso?
La domanda seppur banale mi lascia perplessa…nella maggior parte degli sguardi leggo una nota di incertezza.
“Di nuovo un altro corso di formazione, è il terzo che svolgo”, “Mi hanno obbligato a venire”, “Io non ho tempo per fare queste cose, quante ore minime dobbiamo fare?” “Non so perché l’ho scelto, era l’unico corso disponibile, non so neppure di cosa tratta”.
L’aria si fa greve.. ma una finestra di dialogo si è aperta…mi metto in ascolto..
E proprio nell’ascolto il gruppo inizia a condividere.. esprime lo sconforto, l’essere li senza un perché, senza un obiettivo, senza informazione, senza lavoro, senza denaro.. ognuno comprende e partecipa alle emozioni dell’altro; in quel possibile scontro; l’INCONTRO.
Assaporare il vissuto di un’aula Kc significa anche questo: osservare e comprendere come nella diversità si nasconda quell’unicità che, nel nostro intimo, ci accumuna tutti, perché è lecito sentirsi fragili, è lecito lo sconforto, lo spaesamento, il sentirsi arrabbiati e contrariati rispetto ad un’imposizione non scelta… si comprende che in fondo non siamo poi così soli nel vivere le stesse difficoltà.
E l’aula si trasforma improvvisamente in un palcoscenico dove ognuno si racconta, senza remore, si condividono vissuti ed esperienze professionali, le difficoltà nel cercare lavoro, idee e prospettive trovano libera espressione ed ognuno nel suo piccolo arricchisce lo scenario formativo dell’altro, sollecita spunti riflessivi, asseconda progetti dimenticati, supporta nuove aperture…
L’eterogeneità dei mondi si intreccia sinergicamente in una rete destinata a Tras-formare (= dar forma oltre), un canale che seppur osserva e rispetta le distanze, mette in connessione, un network emozionale che vanifica la solitudine..una rete..la RETE da cui poter provare a ripartire per ricostruire il proprio progetto personale e professionale.
Iniziative realizzate nell’ambito del Programma operativo FSE 2014 – 2020 della Provincia autonoma di Trento, grazie al sostegno finanziario dell’Unione europea – Fondo sociale europeo, dello Stato italiano e della Provincia autonoma di Trento.